domenica 16 agosto 2015

Terreno buono, terreno cattivo?

Spesso ci chiedono come poter valutare la “bontà” di un terreno così su due piedi in modo semplice e immediato.
Ci è parso giusto approfondire il discorso tramite questo breve articolo che vuole fornire le basi affinché chiunque possa valutare almeno in modo approssimativo il terreno che sta osservando.
Elenchiamo quindi tutto ciò che ognuno dovrebbe guardare per poterlo valutare.
Prima di ogni valutazione è necessario dire che non esistono terreni "buoni" o terreni "cattivi" ma ogni tipologia di suolo è adatto ad una coltivazione differente.

Ci sono caratteristiche che si possono verificare senza alcuna azione o particolare competenza ma semplicemente osservando il luogo:

  • Esposizione: verificate sempre l'esposizione e il contesto paesaggistico. Guardate se il terreno è girato a sud, se è protetto da rilievi a nord (che potrebbero proteggere da aria fredda). Osservate bene la disposizione dello spazio. In agricoltura essere rivolti a sud o a nord ha la sua importanza.
  • Acqua: se volete piantare ortaggi o altre coltivazioni con radici poco sviluppate dovrete necessariamente bagnarle in estate. Ciò significa che dovrete verificare se c'è disponibilità d'acqua in loco.
  • Pendenza: valutate le pendenze, la conformazione del terreno e gli eventuali terrazzamenti. Nel caso il terreno sia su più livelli badate che si possano raggiungere con le attrezzature necessarie alla coltivazione.
  • Accesso: ricordatevi che potrebbe capitare di avere attrezzature da caricare/scaricare dalla vostra auto. Il terreno dovrà avere accesso per il vostro veicolo o, in ogni caso, un luogo vicino dove poter parcheggiare comodamente.
  • Presenze di ombre dominanti: ci potrebbero essere ostacoli (edifici, piante, montagne, ecc...) che impediscono alla luce di raggiungere porzioni di terreno anche rilevanti.
I palazzi possono creare ombre dominanti
Terreno su più livelli trasformato a orto

Altre caratteristiche si notano avendo un minimo di esperienza e facendovi aiutare dalle erbe spontanee presenti:

  • Ristagni idrici: si possono notare dopo una pioggia zone allagate o in cui siano presenti piante come rovi, cannette, code di gatto. Queste zone non sono coltivabili salvo lavori di bonifica a volte complicati.
  • Rocce affioranti: osservate accuratamente poiché in molti terreni può capitare che la roccia madre affiori in uno o più punti. Se vedete macchie in cui l'erba è bassa e tipicamente tappezzante potrebbe essere il segno che la roccia sia a pochi centimetri dalla superficie.
  • Eccesso di azoto (nitrificazione): se ci sono zone in cui abbondano ortiche e romici potreste essere su un terreno fortemente azotato. Probabilmente ciò deriva da concimazioni spinte, vecchie zone di pascolo/stabulazione animali o, peggio, scarico di reflui.
  • Suolo compatto/argilloso: se il terreno è stato compattato (passaggio continuo di mezzi) sul terreno compaiono piante erbacee tipiche come le piantaggini che adorano terreni compatti.
Le romici indicano un terreno ricco in azoto

Terreno con numerose rocce affioranti
Dopo queste valutazioni estetiche esteriori è ora di sporcarsi le mani e, facendo piccoli buchi, valutare la terra al di sotto del cotico erboso:

  • Presenza di ghiaia: potete stimare una percentuale di ghiaia sul totale di terreno mosso. Un terreno troppo sassoso modifica la coltura ottimale da impiantare.
  • Presenza di sostanza organica: la potete valutare facilmente tramite il colore del terreno. Più il marrone tende al nero più il terreno è ricco in sostanza organica.
  • Presenza di calcare: prendete un cucchiaino di terra (possibilmente setacciata e asciutta) e versategli sopra qualche goccia di acido (acido cloridrico) se vedete della schiuma il campione è ricco in calcare e quindi il terreno potrebbe essere alcalino.
  • Presenza di ferro: il terreno tende al rossiccio.
  • Ph del suolo: prendete un campione setacciato del terreno, lo lasciate asciugare bene e poi lo diluite in acqua distillata (l'acqua usata per i ferri da stiro ma non profumata). Girate bene e poi inserite una cartina tornasole (acquistabile anche via internet a costi irrisori). Se il colore della cartina vira al rosso il terreno è acido, se vira verso il blu il terreno è alcalino.
Forte presenza di sostanza organica
Terreno fortemente ghiaioso

Già con queste semplici e veloci osservazioni potrete avere un'idea più chiara del terreno che avete di fronte e che state osservando. Basta poco per decidere quale terreno usare e come utilizzarlo al meglio nel rispetto della natura e assecondando ciò che il luogo ci offre.

martedì 4 agosto 2015

Acqua sì, acqua no, acqua come?

Ecco un'altra ondata di caldo africana in arrivo. Temperature in salita e afa insostenibile mettono a dura prova le nostre piante costrette per natura a star ferme al sole.
L'acqua, l'elemento principe, così fondamentale per gli ortaggi rischia di essere il fattore di rischio per via della sua scarsità, della grande evaporazione e traspirazione dovuta proprio all'irraggiamento solare.


Questo breve post ha l'obiettivo di spiegare come usare questo bene fondamentale ottenendo la massima resa e diminuendo lo spreco.

Come non sprecare l'acqua?
Per capire come non sprecare acqua bisogna anzitutto dire che in un mondo perfetto si ha la massima resa quando ogni goccia d'acqua viene assorbita da ogni pelo radicale di ogni radice. In questo caso non si ha perdita d'acqua e quindi massima resa.
Purtroppo questa condizione non si raggiunge mai ma si può comunque cercare di raggiungerla.

  1. Localizzare l'irrigazione: piuttosto che bagnare a pioggia dall'alto si può optare per un'irrigazione più localizzata solo dove serve con tubi gocciolanti o con ugelli a micro-spruzzo posizionati solo dove serve. Questo ottimizza parecchio l'irrigazione in quanto la goccia cade nel terreno e viene subito trattenuta cosa che irrigando dall'alto non avviene. Una gran quantità d'acqua evapora ben prima di riuscire a penetrare nel terreno.

    Irrigazione con tubo gocciolante

  2. L'ora è importante: mai bagnare in pieno giorno onde evitare sia pericolosi shock termici alla pianta sia perché durante il giorno l'evaporazione è maggiore. È preferibile bagnare al mattino in quanto si crea la riserva d'acqua necessaria alle piante per l'intera giornata. Scegliere di bagnare di sera evita l'evaporazione ma si rischia di inzuppare il terreno nel periodo nel quale le piante non ne hanno bisogno. Di notte le piante rallentano e modificano il proprio metabolismo.
  3. Coprire il terreno: lasciare il terreno pulito e nudo senza alcuna copertura aumenta l'evaporazione e rischia di polverizzare il primo strato di terreno quello nel quale (specie per le varietà orticole) si concentrano le radici. Pacciamate gente, pacciamate!

    Pacciamatura di paglia

  4. Evitare di far seccare il terreno: bagnate con regolarità il suolo evitando di giocarvi le riserve di umidità. Quando il terreno secca completamente ricostituire le riserve non è semplice e si rischia che irrigando nuovamente l'acqua scivoli via senza penetrare. 

    Terreno troppo secco

  5. Mai eccedere in quantità: inutile bagnare inondando le nostre coltivazioni. Le piante hanno una velocità massima di assorbimento oltre la quale non accettano più acqua. Ciò vuol dire che buttando litri d'acqua gran parte la stiamo perdendo in profondità.

    C'è chi esagera!

    Seguendo queste 5 semplici regole del buon senso non solo avrete ortaggi buoni, sani e belli ma contribuirete a risparmiare acqua preziosa in questi periodi nei quali questo bene fondamentale diviene ancora più importante.